Thursday, December 07, 2006

INTERVENTO PERMANENTE CON TRE COLONNE, OGNUNA DI CIRCA 200 CM, IN GRÈS CON SOVRACOPERTA BLU.

LIBRETTO DI PRESENTAZIONE:










IL PERCUSSIONISTA LUCIANO ZAMPAR DURANTE IL CONCERTO DI INAUGURAZIONE NEL BOSCO DI CAVAGNAGO




CAVAGNAGO, 12 LUGLIO MMIII

PARTENZA DELLA POTENZA DELL’INNESTO EQUINOZIALE

Brano per strumenti a percussione composto ed eseguito da Luciano Zampar.

Dedicato a Cesare De Vita.

Prima esecuzione, sentiero del bosco di Pinus silvestris “Arte in pineta”, postazione dell’intervento di Cesare De Vita “Potenza dell’innesto equinoziale”.

Durata: circa 12 minuti.



Ogni espressione artistica ha come suo fine ultimo quello di avvicinarci a uno stato di comunione col tutto, detto trascendenza.
Questa particolare posizione spirituale ha come effetto secondario una condizione di calma, benessere mentale e fisico come quella che si può sentire intuitivamente vicino alla bellezza della natura nelle sue espressioni più spettacolari; ecco perchè ogni opera d’arte che si prefigga di creare tale stato d’animo deve necessariamente usare la natura come punto di origine, anche nel caso di opere oggi definite astratte, dove l’aspetto puramente estetico viene trasceso operando con le intime leggi che regolano il dispiegamento della materia nel nostro universo (analogia, rapporti armonici, omotetia, ciclicità, similitudini tra le parti e il tutto, eccetera) espresse dal linguaggio matematico, la cui irragionevole potenza descrittiva si rivela miracolosa in quanto prodotto del pensiero umano indipendente dall’esperienza.

La musica usa la matematica come supporto linguistico e creativo ed è forse anche per questo motivo che ogni espressione rituale è accompagnata da recitazioni, litanie, musiche, ritmi: dal tamburo dello sciamano alle messe barocche, dagli inni nazionali a quelli sportivi, dalla musica da discoteca ai jingle pubblicitari.

Il nostro intento operativo si fonda sulle direttive descritte; segue quindi il principio del piacere scaturito dalla volontà di dare un senso all’azione, radicandosi nel molteplice per elevarsi al tutto nella comunione: inizialmente come scambio tra le nostre attività, musicale e scultorea, passando dalla condivisione con il pubblico, giungendo ad offrire i ritmi e l’intervento come danza ad onore del cielo e a beneficio della terra.




PREPARAZIONE DEL SET DI PERCUSSIONI:







BREVE DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO SCULTOREO “POTENZA DELL’INNESTO EQUINOZIALE”.

Le tre colonne in ceramica con sovraccoperta di colore blu (il colore del cielo notturno, il cosmo) sono poste ai vertici di un triangolo rettangolo i cui lati sono proporzionati con i numeri interi 3, 4 e 5 .

L’angolo retto è formato dai lati 3 e 4.
Il lato di lunghezza 5 marca la linea dell’equinozio orizzontalmente sul terreno.

Tale triangolo fu usato nell’antichità per suddividere in forme regolari il terreno destinato alla coltivazione dopo le piene del Nilo. Il suo uso è determinato anche dalla facilità con cui lo si ottiene: dividendo una corda in dodici spazi uguali con dei nodi equidistanti e piegandola convenientemente si ottiene un angolo retto, utilissimo nelle misurazioni.
Inoltre detto triangolo è la decima parte di un pentagono regolare da cui deriva il famoso pentacolo a cinque punte.
Dai fiori di zucca con cinque petali alle cinque dita delle nostre mani (e a infinite altre similitudini nel regno animale e vegetale) si arriva alla stella formata, nel cerchio zodiacale dei dodici segni, dalle congiunzioni dirette tra il pianeta Venere e il Sole: cinque in otto anni, l’ultima ricomincia il ciclo spostata di circa 1,5 gradi; la sequenza è la stessa che si deve rispettare per disegnare il pentacolo senza staccare la matita dal foglio.
Non per nulla “Così in cielo come in terra”, in questo caso per analogia diretta, visibilissima e strabiliante.

La linea dell’equinozio del lato più lungo del triangolo marca anch’essa un ciclo, quello dell’altezza nel cielo terrestre del sole due volte l’anno, ed esattamente il punto dell’altezza media tra i due solstizi, quello invernale e quello estivo, spostati agli estremi inferiore e superiore di 23,5 gradi.





COMPOSIZIONE ED ESECUZIONE MUSICALE

La danza di collegamento delle analogie definisce che tutti i parametri musicali del brano sono stati scelti basandosi sulla struttura matematica dell’intervento scultoreo sul terreno, dove i numeri 3, 4 e 5 figurano come quantità portanti da cui derivano tutti gli eventi musicali.
La notazione non convenzionale è stata ricercata per dare una rappresentazione grafica idonea che si adatta esclusivamente a questa composizione.

La macrostruttura temporale del brano si suddivide in tre parti con durate proporzionate in 5 per la prima, 3 per la seconda (dedicata all’infinito, dove i parametri sono diffusi) e 4 per la terza, per un totale di 12.
Sono state usate fondamentalmente tre tipi di notazioni: quella che descrive i diversi timbri dei suoni da produrre, quella che riguarda il movimento corporeo dell’esecutore nella distribuzione geometrica della strumentazione e quella dello sviluppo delle cellule ritmiche .

Nel primo caso la notazione segue la tradizione occidentale, nel secondo è verticale e usa una rappresentazione grafica, nel terzo caso la scrittura è orizzontale usando i poligoni come simboli di notazione musicale (per esempio il triangolo marca il 3: tre colpi, tre parti, tre volte, terza parte, eccetera).

Nella strumentazione la disposizione spaziale dei “crotali” (cymbales antiques) riproduce il triangolo marcato dalle colonne dell’intervento nel bosco ai cui vertici vengono eseguite tre note precise che delimitano le tre fasi del brano (note prese dalla scala occidentale naturale di dodici note in analogia con il triangolo di dodici spazi). Le tre note dei “crotali” si presentano per rotazione e la stessa ciclicità viene rispettata nella distribuzione spaziale della restante strumentazione e nel loro uso ciclico durante l’esecuzione.

Nel brano la scelta dei parametri musicali (numero di colpi, altezza dei suoni, cellule ritmiche aggregate, dinamica, ecc.) rispetta sempre l’armonia definita dai numeri 3, 4 e 5: dalla macrostruttura delle postazioni sul terreno e della divisione temporale dell’intero brano, alla microstruttura della descrizione delle singole azioni del battere e alla distribuzione ciclica delle dominanti sul perimetro del triangolo, marcando di volta in volta i vertici della linea dell’equinozio e quello ad angolo retto.

La strumentazione è stata preparata utilizzando strumenti convenzionali e oggetti ottenuti da materiale riciclato di cui alcuni presi nel laboratorio dello scultore. I tre triangoli sonori in ottone rispettano con le loro grandezze le proporzioni 3, 4 e 5 e sono stati costruiti dallo scultore appositamente per questa prima esecuzione.

Un particolare ringraziamento per la collaborazione al forestale Lindo Grandi e al Patriziato di Cavagnago.






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